L’edificio, oggetto di ristrutturazione, è situato in una nota località marittima italiana. Sorge nella mezzeria di un lotto filiforme, frutto della annessione nel contesto dell'intervento, di due lotti-pineta, a tratti verde, a tratti di sabbia; i lembi estremi dello stesso, benché affacciantisi su due strade, rimangono privi di accessi.

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Si presenta come un prisma rettangolare sospeso a mezzaria definito dalla maglia di una rete in pali di alluminio bianco pendinata da un marcapiano perimetrale, di coronamento. Con un’orditura solo apparentemente casuale la maglia si staglia, ora sul conservato rivestimento in pietra di Aurisina, ora su delle quinte vetrate con infinite sfumature di blu, che, riprendendo le cromatiche vibrazioni dell’acqua, tingono e ridefiniscono gli spazi aperti ai piani, convertendoli in nuovi ambiti filtro tra interno ed esterno.

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Con leggere e articolate forme, alcuni elementi in vetro, rientranti, contrapposti alla fisicità di due imponenti “massi metallici” aggettanti (quasi privi di aperture), si sostituiscono ai rigorosi e compatti elementi murari già delineanti il pianterreno.

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Spazi interni che si dilatano fino all’orizzonte in un flusso di piani funzionali e materici che, pur compenetrandosi, non perdono mai la loro identità. Dune, sabbia, arenaria e legno di Teak. Reti, fuoco, velari tesi, acqua, elementi, tutti indispensabili nel conferire dei connotati navali a questa dimora estiva che con accogliente armonia e disinvolta leggerezza si propone agli sguardi come fonte di continua scoperta.