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FABIO DOLSO ARCHITETTO
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L’attività architettonica dello studio, fondato nel 1999, è prevalentemente rivolta ad una committenza privata, sia nel settore abitativo, sia in quelli del business e dei sevizi alternando alle nuove realizzazioni, interventi di ristrutturazione e architetture d’interni. Vanta numerose realizzazioni in ambito commerciale sia per singoli marchi che per catene distributive di media entità sul territorio nazionale.
Ampio è il ventaglio degli interventi in ambito residenziale che spazia tra prestigiose dimore urbane e suburbane ed il housing temporaneo-stagionale.
Connotato comune ai vari settori e tipologie d’intervento e la stesura di progetti globali che intervengono e interessano le architetture a 360°.
Dalla tettonica strutturale alla leggerezza di un complemento di arredo un unico filo conduttore cuce tra loro le singole componenti restituendo insiemi complessamente organici in cui forme, funzioni e materiali si raccontano come insostituibili cifre stilistiche.
Nella formulazione dei progetti, rivestono un ruolo cardine, sia la ricerca e l'impiego di nuovi materiali e tecnologie, sia la determinazione di una struttura funzionale solida sorretta da forti geometrie, scomposte solo in apparenza. Ma non solo: la particolare attenzione posta nell'uso del colore e della illuminazione, la compenetrazione degli spazi, la fluidità di rapporti interno/esterno, sono tutte cifre insostituibili chiamate a descrivere ogni nostro intervento nella costante ricerca della unicità stilistica.
Libertà è una parola d'ordine, anche nella produzione artistica.
Per Fabio Dolso le categorie dell'anima, lo spazio e il tempo, si nutrono della libertà. Pensiero e riflessione, immagine e colore, desiderio e appagamento, si sorreggono vicendevolmente ed escono dal tunnel dell'oblio della ragione quando sono rinvigorite dall'energia sempre giovane della libertà. Ma libertà è anche armonia ed equilibrio. Volontà e consapevolezza. E nella sua opera un po’ tutti questi elementi convergono e sottoscrivono un manifesto culturale che si accompagna con un lavoro profondo e dinamico. Perché dinamica è superamento della statica, è completezza nell'insieme di segni che individuano il tracciato di un percorso evolutivo che, se confinato in immagini, viene da lui riprodotto in “pictogrammi”: una filosofia dell'immagine che, per questo artista, vigile ai "mezzi sempre più articolati e complessi -scrive- di trasmissione di informazione", è sostenuta ed indissolubilmente legata alla multimedialità, che attraverso l'acquisizione dinamica delle immagini si può trasformare in un'esperienza sensoriale di alto impatto emotivo.
Ecco dunque come la luce riletta dall'artista diventa struttura portante delle sue immagini e delle sue stanze/istallazioni, la stessa luce che scandisce la vita dell'Io fin dall'inizio dei tempi. Quel Tempo che cifre e ingranaggi di varia natura hanno tentato di governare. Due elementi, liberamente capaci di percorrere la Storia, che con una mossa vincente ed intuitiva vengono intrappolati, ora in immagini frammentate, ora in affascinanti stanze, una sorta di “camere antigravitazionale”, figlie del Teatro Nero di Praga, in cui percezione visiva e memoria si intrecciano, si confondono e scandiscono i tempi di appropriazione dell'informazione.
Ci troviamo di fronte ad un intellettuale che radicalizza molto il senso di appartenenza al personale mondo di immagini che propone, mondo e mezzi assolutamente meritevoli di attenzione.
Vito Sutto per 'Libars'
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