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L'immobile del 1924 è stato recentemente attribuito a Ettore Gilberti. La destinazione d'uso promiscua voluta per villa Gozzi (residenziale-commerciale), sin dal suo concepimento, comportò un'anomalia funzionale che non poteva che trovare riscontro progettuale sotto forma di condizionamenti tipologici. Ne emerse un'abitazione con due locali commerciali sul fronte strada. La facciata, scandita dalla sovrapposizione di due ordini di lesene, uno maggiore e uno minore, con grandi superfici vetrate per la vendita, al pianterreno, e finestrature soltanto al piano superiore, era e rimane completamente estranea alla tipologia della “villa signorile gilbertiana”. Negli anni Ottanta l'edificio assunse una funzione prettamente abitativa, benché il prospetto principale, al pianterreno, conservasse ancora un aspetto poco affine ad una tipologia residenziale. Fu negli anni Novanta che, nel tentativo (scarsamente riuscito) di imprimervi la domesticità mancante, venne tamponata, a filo lesena dell'ordine minore, la parte inferiore delle tre grandi vetrate (senza per questo trasformarle in finestre) portandole, da allora, ad assumere un aspetto ibrido, assai carente di proporzioni coerenti.